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L'ospedale psichiatrico giudiziario, manicomio e prigione, è l'ultimo residuo istituzionale di una tradizione di contenimento e cura della devianza. Molti l'hanno considerato l'esempio par excellence delle istituzioni totali, luogo in cui scompare una marginalità pericolosa e indesiderata. L'etnografia svolta all'interno di uno di essi vuole però restituirne i confini frastagliati, concentrandosi sui soggetti che a lungo l'hanno abitato e che in esso hanno visto nascere speranze, affetti, relazioni. Per nulla totale, l'OPG è un mondo sociale molteplice e cangiante - un campo di battaglia che fa delle pratiche di continua negoziazione e della plasticità dei ruoli e degli spazi la propria ragion d'essere. L'istituzione totale, insieme a certe riletture di Basaglia, Goffman, Foucault, Bourdieu, deve cedere il posto, allora, a una rappresentazione più sfumata, attenta alle zone grigie in cui i soggetti si muovono, descrizione che l'etnografia aiuta a costruire e restituire.